Maestri dell’Ottocento Siciliano Catalogo X
12/1/2011
Maestri dell’Ottocento Siciliano Catalogo X
Catalogo dell’esposizione di dipinti del secolo XIX tenutasi a Palermo dal 2 al 16 dicembre 2011 presso l’Associazione Culturale Antonello Governale, in via libertà 102a.
In esposizione opere di :
Aurelio Catti : Porta Nuova ; Antonino Leto : Incidente a Mezzogiorno ; Michele Catti : Marina con Pescatori e Via di Palermo ; Francesco Scarpinato : Le Guardianelle e Tramonto sulla Costa ; Ettore De Maria Bergler : Guardiana di oche ; Francesco Lojacono: Palermo da Villa Belmonte ; Mario Mirabella : Dopo la Pioggia ; Francesco Arancio : S. Benedetto distribuisce i pani ; Luciano Borzone : La Tentazione di un santo.
PREMESSA
La società moderna vive ormai da tempo un periodo di intensa crisi economica derivata principalmente da storiche errate politiche finanziarie dei governi di molti stati, crisi che negli anni ha esteso le proprie conseguenze negative comportando profondi mutamenti entro le classi sociali con un impoverimento generale della popolazione, ad eccezione di una ridottissima fascia di ricchi benestanti. Anche il mercato dell’arte mondiale non è stato scevro a tali mutamenti che hanno finito per determinare un affievolimento della domanda di beni artistici, penalizzando specialmente alcuni settori di esso anche per delle modifiche nelle scelte delle nuove classi sopravvenienti, e di ciò ha risentito sempre più la fascia marginale degli operatori commerciali del settore. Nel corso di tali eventi si è assistito di contro alla tenuta, ed anche ad un costante incremento nella domanda di beni artistici di elevato livello da parte della fasce medio alte della società, che hanno quasi sempre mantenuto i loro indirizzi rivolgendosi ad operatori commerciali qualificati in grado di garantire loro l’autenticità dei beni e la bontà degli investimenti. In particolare, secondo gli ultimi rapporti Nomisma, per tale fascia di mercato, la domanda è apparsa costantemente stabilizzata anche con rivalutazione delle quotazioni, mentre un settore a se molto particolare è apparso quello della pittura dell’Ottocento che, contemplando opere rare indirizzate ad un collezionismo ristretto e molto settoriale, ha tenuto buone quotazioni, specialmente per gli artisti di elevato e certificato livello che risultano tutt’ora oltremodo rari. Tale particolare settore, quindi, ha svolto egregiamente la propria funzione di investimento attraverso una costante rivalutazione economica dei beni, oltre che quella fondamentale dell’arricchimento culturale ed estetico dei proprietari che hanno così sempre più allargato i confini delle proprie conoscenze affinando contemporaneamente le proprie scelte. Questi sono i motivi per i quali siamo da anni presenti e ritorniamo oggi, con cadenza annuale, a proporre una ristretta cerchia di opere di notevole interesse artistico, quasi tutte assolutamente inedite e corredate da relative schede illustrative, che per il secolo XIX propongono artisti siciliani, mentre una sola di esse: La tentazione di un Santo, riferita ad artista del sec. XVII, appartiene alla cultura genovese. E’ presente in mostra un bel paesaggio del “Novecento” : Dopo la pioggia del valido artista palermitano Mario Mirabella, capostipite di una generazione di pittori, che propone la veduta di un’ampia campagna siciliana resa poco dopo un temporale, nella quale procede un contadino a cavallo che conduce degli armenti muovendosi fra le pozzanghere della pioggia appena caduta, in un’atmosfera prossima alla maniera delle nota opera omonima del maestro Francesco Lojacono. Ancora appaiono due interessanti opere di Michele Catti, una Marina con pescatori che offre la visone di un tratto di costa con delle barche all’ancora e dei pescatori che rientrano dalle loro fatiche quotidiane, resa nell’essenzialità di un tratto guizzante e materico, ed una deliziosa tavoletta Via di Palermo, scena di vita di un angolo della città di Palermo che l’artista coglieva nelle sue passeggiate cittadine e che ritraeva in fugaci schizzi per poi elaborarle nella propria memoria servendosi di quei disegni, scene delle quali istintivamente egli coglieva solamente gli aspetti lirici ed astratti dalla realtà. Si ritrova ancora un’opera del figlio di Michele, Aurelio, valido pittore vissuto sino agli anni sessanta del nostro secolo nella capitale siciliana, che dal padre aveva colto l’amore della rappresentazione delle affascinanti vedute cittadine, spesso rese sotto la pioggia, che qui è presente con la veduta della antica Porta Nuova di Palermo, da egli ritratta più di una volta con successo, probabilmente appartenente ad un periodo giovanile dell’artista, resa qui con piccole pennellate vibranti e sottili che delimitano perfettamente le prospettive cittadine, in una cromia non accesa come era accaduto spesso nelle intense opere del padre, ma raccolta in notazioni calde, luminose, mai eccessive, che palesano l’intensa vena lirica dell’artista. E’ poi in mostra un’interessante e rara opera, una veduta della campagna collinare toscana del 1877 di Ettore De Maria Bergler, il pittore gentiluomo intimo amico dei Florio : Guardiana di oche eseguita in un periodo nel quale l’artista, recatosi a Firenze per comprendere meglio e perfezionarsi nello stile dei macchiaioli, si trovò a dipingere per la nota Galleria Pisani che si trovava al centro del commercio delle opere d’arte più significative del momento e per la quale egli eseguì numerose opere, compresa la presente, che delinea già una sua nuova maniera di rappresentazione spaziale, e che reca sul verso il timbro della stessa galleria. Appare ancora in esposizione un’opera giovanile, abbastanza rara nella vasta produzione artistica di Antonino Leto, eseguita verosimilmente poco dopo il 1874, che descrive un attimo di vita quotidiana contadina di una di quelle assolate giornate estive siciliane colte presso una polverosa strada di campagna, che l’artista anima vivacemente con la presenza di un gruppo di contadini con dei muli che procedono lungo di essa. La scena offre una rappresentazione di assoluta realtà del paesaggio siciliano colto nell’essenzialità delle sue componenti, in una fase felice e creativa dell’artista in cui egli aderisce pienamente con intenso lirismo alla bellezza della natura. Particolare attenzione merita poi una veduta della città di Palermo di Francesco Lojacono : Palermo da Villa Belmonte, del tutto diversa dalle sue note visioni del golfo osservate dalla costa di Romagnolo con lo sfondo del Monte Pellegrino, che qui pone il punto di osservazione da un versante opposto del golfo, dalle alture prossime alla Villa Belmonte sotto lo stesso monte, offrendoci una inedita ed affascinante visione ravvicinata della città. Trattasi di opera particolare appartenente ad un periodo tra i più amati del pittore, tra il 1870 ed il 1880, di un momento artistico felice nel quale egli cura la resa minuta e fedele del particolare nel quale la luce riempie la materia fondendola in delle rese cromatiche accese e contrastate dai cromatismi giallo oro alle notazioni rosate appena cangianti, che rendono pienamente la realtà del paesaggio siciliano. Degne di nota sono poi due rare opere del pittore palermitano Francesco Scarpinato la prima Le Guardianelle che ci offre l’ampia visione elegiaca di una bella campagna siciliana in una giornata estiva di bel tempo, accesa da una luce intensa ed abbagliante che si fonde con la materia in una visione molto Lojaconesca , mentre l’altra Tramonto sulla costa vicina ad altra similare opera dello stesso artista : Tramonto presentata presso la Grande Esposizione di Palermo del 1891-92 , ci offre la visione crepuscolare di un tratto di costa siciliana nei pressi di Palermo con il rientro delle barche dei pescatori dal mare al volgere della sera. Infine due tele completano la mostra : S. Benedetto distribuisce i pani, interessante lavoro del pittore palermitano Francesco Arancio che copiò la nota opera di Pietro Novelli proveniente dall’Abbazia Benedettina di Monreale oggi presso la Galleria Regionale della Sicilia di Palermo, alla maniera di quanto aveva fatto per altre opere dello stesso pittore il suo maestro Salvatore Lo Forte, ed una interessante tela attribuita a Luciano Borzone originale pittore genovese : La tentazione di un Santo che ci conduce in pieno clima caravaggista attorno al 1640 in un momento di piena adesione dell’artista ad un caravaggismo in lui maturato dopo un viaggio di lavoro a Roma.