Maestri dell’ Ottocento Siciliano tra Collezionismo ed Antiquariato VIII

22/05/2009
Maestri dell’ Ottocento Siciliano tra Collezionismo ed Antiquariato VIII
a cura di Antonello Governale
Altamura Editrice, Palermo 2009
Catalogo dell’ esposizione di Dipinti e Sculture dei secoli XIX e XX : Maestri dell’ Ottocento Siciliano presso “Associazione Culturale Antonello Governale”, Via Libertà 102/a Palermo 22 maggio – 13 giugno 2009
In esposizione :
Mario Rutelli : La Naiade dei fiumi sotterranei e La Siciliana.
Michele Catti : Costa siciliana.
Michele Cortegiani : Veduta di Palermo dalla strada di Monreale, Cortile dal vero, Ritratto d’orientale.
Francesco Lojacono : Veduta di Baida.
Massimo d’Azeglio : Ingresso di Villa Borghese.
Luigi Di Giovanni : Ritratto di due ragazze.
Pasquale Liotta : La battaglia del Volturno.
Vincenzo Gemito : Il Filosofo.
Giuseppe Renda : Estasi.
Benedetto Civiletti : I Canaris a Scio.

PREMESSA AL CATALOGO
La crisi economica che ha investito il mercato finanziario mondiale ha determinato risultati assolutamente sconfortanti sulla borsa a causa della perdita di fiducia dei risparmiatori che hanno visto volatilizzarsi una parte dei loro risparmi, e successivamente essa si è trasferita anche sul mercato reale creando con meccanismi successivi mancanza di investimenti, disoccupazione ed una svalutazione continua che erodere pesantemente il risparmio.

Questi sono i motivi per i quali il bene artistico, nelle sue molteplici articolazioni, resta sempre un valido rifugio nel quale investire, non solamente per l’arricchimento spirituale che esso apporta a chi vi si accosta, ma anche per i risultati del mercato dell’arte, che oggi premia significativamente le opere di elevato livello con costanti rivalutazioni di alcuni artisti nelle vendite della case d’asta, in genere nel campo della pittura del secolo XIX e particolarmente in quella siciliana.

Le quotazioni di questi dipinti infatti, nell’ultimo decennio, hanno mostrato una costante ascesa a causa della strutturale carenza di opere rappresentative di questo intenso momento artistico, essendo esse oggi quasi sempre conservate in prestigiose raccolte private o museali.

Per un oculato investimento in tali opere è però necessaria accortezza da parte dell’investitore che deve avvalersi dell’intermediazione di validi operatori del mercato che con la loro esperienza possano indirizzare un investimento verso opere che abbiano non solo le caratteristiche di qualità, autenticità e stato di conservazione, ma anche quella della rispondenza del prezzo pagato al valore di mercato, che non significa certamente alto livello dell’esborso, ma bensì congruità del prezzo. Tali caratteristiche richiedono da parte dell’operatore principalmente doti di integrità morale, elevata professionalità ed una profonda conoscenza del mercato, poiché il mercato è inflazionato da opere dubbie talvolta acquistate anche in buona fede, e non sempre a tutto ciò che raggiunge quotazioni molto elevate corrisponde la qualità del bene.

Tali sono le motivazioni per le quali proponiamo nella presente esposizione del maggio 2009 una selezione di dipinti e sculture quasi tutte appartenenti ad artisti siciliani operanti tra il XIX ed il XX secolo, che testimoniano la vitalità di questo straordinario momento culturale dell’isola e che sono state selezionate secondo i criteri esposti.

E’ in mostra una bella tela di Michele Catti, Costa siciliana con la rappresentazione di una veduta marina della costa messinese alle prime luci dell’alba, resa con profonda religiosità in una luce sospesa che appena esalta la bellezza della natura, opera che per l’essenzialità del tratto vibrante si pone fra le più elegiache dell’artista.

Si ritrovano ancora tre tele di quello straordinario pittore che fu Michele Cortegiani, artista ancora non completamente valutato ed apprezzato per le proprie straordinarie qualità pittoriche: un Ritratto di orientale del periodo tunisino, con l’elegante raffigurazione di una berbera nel proprio variopinto costume, un Cortile dal vero che ambienta la scena domestica di vita quotidiana di una popolana con la propria figlia intenta a trastullarsi con delle oche entro l’austero cortile di un antico palazzo palermitano trecentesco, rappresentazione di estremo fascino e realismo a cui la luce che filtra attraverso le arcate del portale pone contrasti, creando profondità alla scena.

Per conoscere ulteriormente la dimensione dello stesso artista viene esposta una Veduta di Palermo di fine secolo di estrema bellezza resa dall’alto della strada che conduce a Monreale, con la visione della Conca d’Oro sottostante che lascia intravedere in lontananza la città di Palermo protesa sul mare, opera che affascina per la vastità spaziale e per la gamma dei colori che la compongono, immagine reale e rispondente del paesaggio siciliano, che rivela un momento di vita quotidiana con la rappresentazione di contadini in viaggio sulla strada che li conduce al proprio paese.

Proveniente ancora da una raccolta privata ed assolutamente inedita appare in mostra un’opera di Francesco Lojacono, la veduta di un paese nelle vicinanze di Palermo : Veduta di Baida che offre la visione di una piccolo antico borgo con un convento francescano diroccato e delle costruzioni vicine immerse nel verde della tipica campagna siciliana, fatta di agavi, fichidindia e vegetazione arborea, iscritta entro la cornice naturale del paesaggio lojaconesco, con le montagne color rosa colpite dal sole che si staccano contro il cielo azzurro, opera rara altamente rappresentativa della produzione giovanile dell’artista, ancora pienamente influenzato dall’esperienza di studio avuta presso la bottega di Filippo Palizzi a Napoli.

Si ritrovano un piccolo raro olio di Massimo D’Azeglio proveniente da una prestigiosa raccolta privata siciliana, opera del 1822 rappresentante un Ingresso di Villa Borghese a Roma, che per la vitalità della rappresentazione offre lo spaccato di un momento di vita della capitale e già palesa le doti artistiche del D’Azeglio formatosi a Roma, che in seguito divenne anche valido statista, ed un pastello del siciliano Luigi Di Giovanni, con il delizioso ritratto di due ragazze della buona borghesia palermitana. Ancora assolutamente inedita è presente una Battaglia del Volturno del catanese Pasquale Liotta Cristaldi, opera di pieno sapore risorgimentale celebrativa della famosa battaglia del Volturno, nella quale l’esercito italiano composto da forze garibaldine e sabaude, decretò la fine del Regno delle due Sicilie.

Infine appaiono in mostra un gruppo di sculture di artisti siciliani rappresentativi del periodo, due bronzi di Mario Rutelli, il primo La Siciliana che ritrae una tipica bellezza isolana, e l’altro La Najade dei fiumi sotterranei, riproduzione bronzea, di dimensioni ridotte, di una delle cinque statue di gusto pienamente liberty che l’artista eseguì per la fontana dell’Esedra di Roma tra il 1897 ed il 1901, straordinaria documentazione sull’artista. Ancora è in mostra un piccolo bronzo di Giuseppe Renda, Estasi una delle fusioni eseguite da questo valido artista calabrese specializzato nella figura femminile, ed infine, documento di notevole interesse, il bozzetto in terracotta della fusione di formato ridotto di Benedetto Civiletti dei Canaris a Scio, opera di più grande formato eseguita dall’artista, dapprima in gesso e dopo in marmo, evocativa di episodi risorgimentali ellenici, acquistata dalla casa reale sabauda e donata alla città di Palermo.