Dipinti Europei tra Collezionismo ed Antiquariato volume II
ELENCO OPERE ESPOSTE
1. FILIPPO PALADINI Adorazione Magi – Pag. 8
2. JACOPO PONTORMO S.Elisabetta – S.Giuseppe – Pag. 14
3. VINCENZO DA PAVIA Madonna con bambino – Pag. 20
4. PIER FRANCESCO MAZZUCCHELLI Sposalizio della Vergine – Pag. 26
5. PAOLO FINOGLIA Compianto sul corpo di Cristo morto – Pag. 30
6. LUCA GIORDANO S. Andrea apostolo – Pag. 34
7. CARLO SELLITTO Incoronazine di spine – Pag. 38
8. JOOST VAN DE HAMME San Gerolamo – Pag. 42
9. PIETRO NOVELLI Miracolo di S.Filippo Neri – Pag. 46
10. ORAZIO DE FERRARI Decollazione del Battista – Pag. 52
11. ANDREA DE LIONE La punizione del serpente di bronzo-Salita al calvario – Pag. 58
12. CLAUDE VIGNON S.Tommaso – S.Filippo – Pag. 62
13. ATELIER DI HENDRIK VAN SOMER Pentimento di S.Pietro – Pag. 68
14. ADAM ELSHEIMER Matrimonio mistico di S.Caterina – Pag. 72
15. PETER DE WITTE Vergine, bambino e santi – Pag. 76
16. WILLEM VAN DRIELENBURGH S.Gerolamo e vanitas – Pag. 80
17. JEAN VAN HOUBRACKEN Esaltazione della Croce – Pag. 86
18. ABRAHAM BREUGHEL Figura femminile che coglie un grappolo d’uva – Pag. 90
19. ANDREA SCACCIATI Vaso con fiori – Pag. 94
22/05/1999
a cura di Pierluigi Carofano e Antonello Governale
Altamura Editrice, Palermo 1999
Catalogo della mostra “Galleria Arte Antica” , Via Libertà 102/a Palermo 22.05.1999 – 30.06.1999
PREMESSA AL CATALOGO
Nel capolavoro di Stanley Kubrick, Barry Lyndon, il giovane protagonista, visitando un’importante collezione di pittura, di fronte ad un dipinto del Cigoli non sa dire altro, con imbarazzo malcelato,
«mi piace quel blu del pittore». Se nel film del regista americano l’episodio serve a dimostrare la pochezza culturale del parvenu e libertino Barry Lyndon, esso può essere da noi interpretato come
una preziosa testimonianza di un modo “antico” e ormai sorpassato di visitare un’esposizione senza conoscere la storia e i caratteri delle opere in mostra. Oggi che l’industria delle mostre d’antiquariato
nelle grandi capitali del centro e del nord Italia garantisce una buona fetta del volume d’affari che gravita intorno al mondo del mercato antiquario, l’iniziativa intrapresa dalla Galleria d’Arte Antica di Antonello Governale di aprire a Palermo un’ampia rassegna di dipinti di collezione privata del Cinque e del Seicento, potrebbe sembrare un’operazione controcorrente, essendo la Sicilia una regione in cui l’iniziativa privata in questo settore è stata spesso guardata con sospetto, ed in cui il rischio della notifica ha risposto in passato più a regole d’un insensato capriccio che al rispetto doveroso della tutela. In verità, la scelta di presentare venti dipinti di eccezionale qualità ed interesse, corredati da accurate schede scientifiche redatte da specialisti storici dell’arte, si pone sullo stesso piano di analoghe iniziative intraprese in tempi più o meno recenti da note gallerie di
Bergamo, di Firenze, di Milano e di Torino, oltre a rifarsi per la tipologia dell’avvenimento ad iniziative organizzate tra gli anni Sessanta e gli anni Ottanta dalle Gallerie Heim ed Hazlitt con sede a
Londra e a Parigi, i cui cataloghi ancora oggi si fanno leggere per il rigore scientifico e la straordinaria qualità dei pezzi esposti. Certo, in Italia purtroppo i tempi non sembrano ancora maturi per iniziative coraggiose come quella intrapresa nel lontano 1937 dalla Galerie Sanct Lucas di Vienna, con una mostra dedicata a dipinti italiani d’età barocca provenienti da raccolte pubbliche e private, o come quella sui Bamboccianti, per tornare in casa nostra, allestita nel 1950 presso la Galleria Antiquaria di Roma di Alessandro Morandotti e coordinata da Giuliano Briganti, in cui vennero concesse in prestito opere dalle Gallerie nazionali. Si trattò di imprese che accelerarono la riscoperta
del “secolo d’oro” della pittura italiana, consacrando nuove linee di ricerca, oltre a orientare il gusto antiquario verso una più decisa selettività qualitativa.
La gamma dei pezzi esposti rispecchia in pieno gli interessi ed il gusto di marchand-amateur di Antonello Governale, il quale, seguendo un modello se vogliamo “anglosassone”, entra in rapporto
dialettico con lo storico dell’arte, documentando i propri acquisti e svolgendo ricerche in prima persona.
Si tratta, fortunatamente, di un modo di interpretare il mestiere di antiquario che sta tornando in auge in Italia, dopo un periodo piuttosto buio tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Novanta, in cui nelle città di provincia si è assistito ad una vera e propria esplosione demografica di nuovi antiquari, spesso improvvisati e poco meno che dilettanti.
Data la sede della mostra, Antonello Governale ha radunato un piccolo ma significativo gruppo di dipinti per il pubblico palermitano: un’autentica primizia è costituita dalla Madonna col Bambino di Vincenzo da Pavia, un’opera da leggersi a fianco alla celebre Assunta fra gli angeli della Galleria Regionale di Palazzo Abatellis; fondamentale per il catalogo di Filippo Paladini è il recupero dell’Adorazione dei magi firmata e datata 1603, tipicamente toscana nella composizione, ma “regnicola” nella cromia calda, perfettamente accordata; lo stesso si può dire per il S.Filippo Neri di Pietro Novelli, interessante anche dal punto di vista iconografico. Nè le novità si esauriscono alle “opere siciliane”, poichè ben rappresentati sono anche i napoletani con il rarissimo Sellitto, poi con Paolo Finoglia, Luca Giordano ed Andrea de Lione, così come lo sono i caravaggeschi con Claude Vignon e Joos van De Hamme, il lombardo Morazzone, il genovese Orazio De Ferrari e i fiamminghi Pieter de Witte detto Pietro Candido, Jean van Houbraken, Willem van Drielemburg, Abraham Breughel, Hendrick van Somer, il fiorante toscano Andrea Scacciati, ed una splendida quanto rara tavola del germanico italianizzato Adam Elsheimer.
Un discorso a parte meritano i due frammenti su tavola assegnati al Pontormo in seguito a confronti stilistici affiancati da accurate indagini tecnico-scientifiche e dall’estrema cautela che deve sempre
guidare lo storico dell’arte in questo tipo di operazioni. Tuttavia, credo che la qualità pittorica sia talmente elevata da consentire quanto meno una riflessione seria e non prevenuta sull’attribuzione,
anche sulla base delle osservazioni stilistiche portate a supporto e dei reali dati storici convergenti.
Nel consegnare al collezionista ed allo storico dell’arte il catalogo dell’esposizione, desidero porre in calce a questa premessa una frase pronunciata da Antonio Paolucci quando ricopriva la carica di Ministro dei Beni Culturali: «il ruolo degli antiquari è di estrema importanza nella valorizzazione delle opere d’arte: dall’antiquariato infatti nasce il collezionismo e dal collezionismo il museo» (30.9.1995, VII Commissione della Camera dei Deputati). Credo non esista testimonianza migliore per apprezzare il lavoro svolto in questi anni da Antonello Governale, il cui merito, non ultimo, va anche individuato nell’aver instaurato un rapporto libero e di reciproco scambio con i conoscitori, i cui frutti sono testimoniati da questa mostra.
Pierluigi Carofano