Dipinti Europei tra Collezionismo e Antiquariato I
SOMMARIO
2) JOACHIM WTEWAEL Lot e le figlie a cura di Erik Larsen- Pag.12
3) MARTIN VAN HEEMSKERCK Compianto su Cristo Morto – Pag.16
4) FRANS FRANCKEN Le sette opere di Misericordia – Pag.20
5) PAOLO BRAME’ Adorazione dei Magi – Pag.22
6) BALDASSARRE PERUZZI Cleopatra a cura di F. Paola Massara – Pag.28
7) MATTIA PRETI Cristo consegna le chiavi a S. Pietro a cura di G.Bongiovanni – Pag.32
8) MATTIA PRETI L’incontro tra S. Franscesco e S. Domenico a cura di G. Bongiovanni – Pag.34
9) GIOVANNI RICCA S.Andrea – Pag.36
10) GIOVANNI RICCA San Giuseppe a cura di A. Cuccia – Pag.38
11) GIOVANNI RICCA Assunzione della Vergine – Pag.40
13) Atelier di SIMON VOUET, S.Agata in carcere visitata da San Pietro a cura di Anna Barricelli- Pag.50
14) BARTOLOMEO GUIDOBONO L’Angelo appare a San Giuseppe a cura di Antonino Cuccia – Pag.54.
15) HENDRICK VAN SOMER, La guarigione di Tobia – Pag.56
16) LOUIS FINSON Gesù tra i dottori – Pag.60
17) CIRO FERRI, Mosè e le figlie di Jethro – Pag.64
Il passaggio dal mar rosso – Pag.65
18) PIER FRANCESCO MAZZUCCHELLI Incredulità di San Tommaso – Pag.68
19) PIER FRANCESCO MAZZUCCHELLI Le nozze di Cana – Pag.70
20) PIETRO NOVELLI, Il Sacrificio di Isacco – Pag.72
21) GIROLAMO DE MAGISTRO S. Sebastiano curato da S.Irene – Pag.76
22) ABRAHAM BREUGHEL Natura morta di fiori con figura – Pag.80
23) THOMAS WIJCK S.Paolo che converte l’Eunuco – Pag.82
24) FRANCESCO SOLIMENA Madonna con Bambino, Santa Monica Sant’Agostino e Angeli a cura di Gaetano Bongiovanni – Pag.84
25) PAOLO OLIVERO Maria SS. Addolorata con simboli della Passione e Santi a cura di Gaetano Bongiovanni- Pag.88
26) FRANCESCO MANNO, S. Giuseppe ed il bambino – Pag.90
29/11/1997
A cura di Antonello Governale
Altamura Editrice , Palermo 1997
Catalogo della mostra “Galleria d’Arte Antica”, Via Libertà 102/a Palermo 20.11.1997 – 30.12.1997
PREMESSA AL CATALOGO
La selezione di dipinti qui presentata faceva parte di un più vasto gruppo di opere scelte tra privati collezionisti e pubbliche raccolte siciliane che, unitamente ad arredi e dipinti dell’Abbazia Benedettina di S. Martino delle Scale, doveva far parte di una manifestazione espositiva culturale celebrativa del seicentocinquantesimo anno di rifondazione della stessa che avrebbe dovuto aver luogo proprio nei locali dell’Abbazia già dello scorso anno a cura di docenti e ricercatori dell’Università di Palermo, comprendendo anche a latere una esposizione antiquaria.
Purtroppo per una serie di artificiosi impedimenti di carattere burocratico e per assoluta mancanza di disponibilità di alcuni funzionari preposti, dopo mesi di intenso lavoro l’iniziativa venne bocciata dal Consiglio Regionale dei Beni Culturali che avrebbe dovuto autorizzare il prestito di alcune opere di proprità dei musei siciliani, con la motivazione che non era consigliabile esporre contemporaneamente opere di pubblica proprietà accanto a quelle degli antiquari!
Naufragò così una iniziativa che, in Sicilia avrebbe potuto rappresentare l’inizio di una reale collaborazione tra operatori dei beni culturali di dufferemze estrazione spesso in contrasto per vecchi pregiudizi esistenti, che forse avrebbero potuto identificare un comune terreno sul quale instaurare un dialogo volto alla conoscenza delle rispettive problematiche, così come accade in molte altre regioni d’Italia.
L’iniziativa venne successivamente riproposta unilateralmente dalla Cattedrale di Arti Minori dell’Università di Palermo limitatamente agli arredi ed ai dipinti dell’Abbazia e sta per avere luogo senza gli antiquari, mentreuna parte dei dipinti provenienti da raccolte private ed antiquarie trova adesso realizzazione nella presente mostra ad iniziativa di chi scrive.
L’esposizione quindi non è monotematica secondo un predeterminato filo conduttore, ma riflette certamente, in qualche modo, il gusto e la sensibilità del collezionista e dell’antiquario siciliano; aldilà di ogni tema storiografico creato pretestuosamente, si è scelta la non omogeneità delle opere esposte al fine di conoscere eventuali esemplari che altrimenti sarebbero difficilmente raggiungibili.
L’esame delle opere è stato demandato ad un gruppo di storici dell’arte di diversa provenienza, tutti seriamente impegnati, che non hanno fatto promozioni sotto il profilo attributivo ma che contemporaneamente non hanno avuto la tendenza a non attribuire per paura di esporsi. Chi scrive si è trovato ad aver compilato un numero maggiore di schede rispetto alla media poichè ha dovuto farsi carico anche di alcuni lavori non pervenuti nel tempo determinato;molte opere naturalmente potranno essere frutto di ulteriori interventi con correzioni, conferme o smentite, al fine di un sempre nuovo approfondimento degli studi.
La presenza di opere assolutamente inedite di pittori siciliani o trapiantati nell’isola quali la piccola “Adorazione dei Magi” attribuita al Bramè, il dipinto di Pietro Novelli “Il Sacrificio di Isacco” non più esposto dalla mostra del 1939 od il “S. Giuseppe e Bambino” del Manno, offrono una parziale ma pue efficace visione di quale potesse essere la richiesta della committenza laica, anche in epoche differenziate, in Sicilia.
La pittura dell’Italia meridionale dei secc. XVII e XVIII appare rappresentata da due opere di Mattia Preti quali “Cristo Consegna le Chiavi a S. Pietro”e “S. Francesco e S.Domenico” quest’ultima del periodo maltese; da tre opere riferite a Giovanni Ricca, un “S. Giuseppe”, un “S. Andrea”, ed una novellesca “Assumzione della Vergine” di notevole levatura artistica ed interesse scientifico, che potrà probabilmente servire e chiarire un pò meglio i limiti di un pittore secondario quale appare il siciliano Giacomo Lo Verde collaboratore e copista del Novelli, e contemporaneamente fornirà ulteriori tasselli al fine di meglio identificare la non sufficientemente delineata figura di Giovanni Ricca. Ancora fra gli artisti meridionali appare un raro dipinto riferibile a Gerolamo De Magistro, “S. Sebastiano curato di S. Irene”, artista del quale è nota a tutt’oggi una sola opera firmata nella chiesa di S. Maria della Sanità a Napoli e un bozzetto di Francesco Solimena per una grande pala d’altare dipinta per la chiesa napoletana di S. Maria Egiziaca a Forcella e da altro bozzetto o piccolo dipinto riferibile forse al solimenesco Paolo Oliviero.
Appaiono anche in mostra opere di artisti gravitanti in qualche modo nell’eterogeneo ambiente romano: una tavola ipoteticamente riferita al senese Baldassare Peruzzi, pittore ed architetto a Roma dal 1501, che legò il proprio nome alla costruzione ed alla decorazione di alcuni ambienti della villa di Agostino Chigi, detta poi “La Farnesina”; due tele forse di Ciro Ferri, allievo e fedele esecutore della maniera di Pietro da Cortona; una “Maddalena”, derivata da un originale disperso del Caravaggio, riferibile al Riminaldi o molto vicina alla sua maniera per dei particolari alla Artemisia Gentileschi; ed una piccola tavola riconducibile al “bambocciante” Thomas Wijck dal raro soggetto di “S. Paolo che converte L’Eunuco”.
Degne di citazione sono anche le due opere di Giovan Battista Mazzucchelli detto “il Morazzone”: un inedita “Incredulità di S. Tommaso” e “Le Nozze di Cana” bozzetto di una composizione più ampia che si trova nella chiesa di S. Agostino a Como, già pubblicato da Eric Young, notevole anche una tela del savonese Bartolomeo Guidobono realizzata quasi con tecnica “impressionistica”.
La pittura fiamminga del secolo XVI appare ben rappresentata da due tavole, una di frans Francken il Vecchio “Le Sette Opere di Misericordia”, e l’altra di Martin Van Heemskerck “Compianto su Cristo Morto”, rare, poichè le opere di tali artisti si trovano quasi tutte in collezioni museali, ed assolutamente inedite, per il sec. XVII si ritrova una tela del fiammingo Hendrick van Stomer “La Guarigione di Tobia”, restituita ad una più consona lettura da un sapiente restauro, una grande tela già riferita da Ferdinando Arisi ad Abraham Breughel e due opere francesi, un Louis Finson “Gesù fra i Dottori” ed una bottega di Simon Vouet “S. Pietro visita S. Agata”.
Un discorso a parte merita la splendida e rara opera di Joachim Wtewael “Lot e le Figlie” opera di elevata qualità artistica ed intense notazioni coloristiche, rappresentativa di un particolare e personalissimo manierismo, parzialmente ispirato dai grandi italiani, opera acutamente indagata da Erik Larsen.
Per concludere, questa esposizione si prefigge il duplice scopo di stabilire un chiaro e corretto rapporto fra l’antiquario ed un selezionato o potenziale gruppo di amatori e collezionisti da un lato, e dall’altro vuole porsi decisamente quale strumento di conoscenza e studio, su basi pienamente scientifiche, di aspetti non noti o poco indagati di opere d’arte facenti parte del vasto mondo del collezionismo e dell’antiquariato.
Antonello Governale
26 illustrazioni a colori
17 illustrazioni bianco e nero
91 pagine